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ARRIVA UN CUCCIOLO!


Finalmente è arrivato! Lo hai voluto per tanto tempo, ed eccolo qua! Quante corse vuoi fare con lui, quanti giochi! Non intendo rovinare questo momento di gioia, ma... sappi che quell'esserino, ora pacioccoso e scodinzolante, potrà trasformarsi in una simpatica canaglia che farà a brandelli le tue coperte o i mobili. Come fare per prevenire tutto ciò? Regola numero uno: ricordarsi sempre, sempre, sempre, che abbiamo a che fare con un cane. Rispettare quanto più possibile la sua natura "canina" significa rispettarlo e amarlo.

La tenerezza del cucciolo: una trappola rischiosa

La prima cosa che proviamo quando vediamo un cucciolo è una sensazione di tenerezza. Questa sensazione ci è innescata dalla forma del corpo e dai suoi atteggiamenti buffi. Lo sanno bene i pubblicitari che vogliono venderci qualche prodotto, così come le associazioni animaliste che per incentivare le adozioni mostrano specialmente foto di cuccioli. La natura si è "inventata" il senso di tenerezza verso il cucciolo con un fine preciso: garantire che il cagnolino susciti in chi gli sta vicino sentimenti di benevolenza e protezione.

Questo cocktail di simpatia e ingenuità è irresistibile per molte persone, che spesso si soffermano a questo livello, e si illudono che il cane per tutta la vita mostrerà questo tipo di atteggiamento (il che in natura non si verificherebbe mai). Quante volte, in ambulatorio, sento dire ai proprietari "eeh, peccato che poi crescono!". Ma se ben educato, un cane adulto può diventare un buon amico e regalare molte più soddisfazioni di un cucciolo. Se ti lascerai "stregare" dal cucciolo, e lo ricoprirai sempre di coccole e di attenzioni, pagherai a caro prezzo questo errore, perché il cucciolo diventerà un cane pauroso, insicuro, viziato o perfino mordace. Ecco allora la classica frase che sento dire in ambulatorio durante le visite comportamentali: "Ah, se l'avessi saputo, non mi sarei mai preso un cane!".



Ma torniamo al nostro cucciolo. Lui ha bisogno di avere una guida capace, una personalità solida dalla quale si possa sentir protetto. La mamma del cucciolo sa svolgere perfettamente questo compito. E' un'educatrice inflessibile, molto più in gamba di chiunque di noi, e non si spertica in coccole e atteggiamenti puerili per "comprarsi" l'affetto del cucciolo, ma lo rimprovera se non rispetta la gerarchia o se non controlla la forza del morso; eppure i suoi figli la adorano e si sentono protetti da lei. I cuccioli allontanati troppo precocemente dalla mamma (prima dei due mesi di età) sono spesso i più complicati da gestire, perché mancano dell'educazione di base impartita dalla figura genitoriale.
 
Senza la mamma chi fa il capo?

Non avendo più il contatto con la mamma, il cucciolo studierà te, e cercherà di capire come comportarsi per ottenere benefici e per evitare punizioni. Ecco che questa fase diventa cruciale. Troppo spesso premiamo anche inconsapevolmente il cucciolo per atteggiamenti che non dovrebbero essere premiati: ridiamo quando simula la lotta, lo sgridiamo quando al ritorno a casa troviamo la pipì fuori posto, interagiamo con lui quando si comporta male, gli concediamo bocconcini o coccole semplicemente perché ci guarda con due occhioni così. Così facendo, il cucciolo crederà di avere a che fare con un mollaccione, e penserà "questo sciocco umano non è adatto per fare il capobranco: ci devo pensare io". E inizierà a dettare le proprie regole. A quel punto sgridarlo non servirà a niente, perché il cagnolino non riconoscerà la tua autorità. Si instaura così un rapporto conflittuale che renderà la vita difficile ad entrambi. Ecco perché, per il bene sia del proprietario sia del cucciolo, è importante che il capobranco sia tu.

Attenzione! Non devi pensare al capobranco come a una specie di tiranno malvagio che si impone con la forza. Il bravo capobranco è invece un leader carismatico, una figura che viene RICONOSCIUTA dal cucciolo come quella più adatta per la sopravvivenza e il benessere di tutto il branco. Rinunciare alle carezze fuori luogo è un piccolo sacrificio che devi compiere affinché il cagnolino possa apprezzarti come leader.

Gli errori commessi durante la vita del cucciolo si esaspereranno quando il cucciolo diventerà adolescente (circa 6 mesi per le razze più piccole, fino a un anno per quelle più grandi). E se prima era semplicemente un cucciolo testardo, che abbaiava incessantemente se non era al centro dell'attenzione, che prendeva tutto con la bocca (incluse le tue mani), crescendo diventerà una specie di mina vagante per casa, fino a sviluppare problemi comportamentali anche seri al raggiungimento della maturità sessuale.



E non potremo prendercela col cane più di tanto: siamo stati noi stessi, con i nostri atteggiamenti contraddittori, superficiali e permissivi, a far diventare il cane quello che è. Potremo rifugiarci nella vecchia scusa dei "problemi prima che lo prendessi io" o della "razza testarda e difficile", ma in realtà la causa principale dei suoi comportamenti potremmo essere stati proprio noi che non siamo stati capaci a spiegargli chi comanda.

I "dieci comandamenti"

E' difficile riassumere tutto quello che riguarda l'educazione del cucciolo, ma posso cercare di stilare una sorta di "dieci comandamenti" focalizzando l'attenzione sugli aspetti principali. L'elenco 
per ovvie ragioni non può essere esaustivo, raccomando sempre di farsi affiancare da una guida esperta almeno per le prime volte (medico veterinario esperto in comportamento, educatore cinofilo).


1) Iniziativa. Deve sempre essere tua. Non lasciare al cane il bastone del comando: se lui ti chiede qualcosa (bocconcini, carezze, attenzioni), impara ad ignorarlo e a lasciar cadere nel vuoto le sue richieste. Non va nemmeno sgridato, ma semplicemente ignorato. Ovviamente quando si sarà calmato e avrà smesso di chiedere, sarai tu a chiamarlo e a interagire con lui.


2) Tempismo. Sgridalo solo quando lo cogli sul fatto, e premialo subito dopo l'azione giusta. Le punizioni e i premi sono efficaci solo se elargiti immediatamente. Non serve sgridare il cane se, al ritorno a casa, trovi danni in giro. Ricordati che il cane impara molto più velocemente con i premi che con le sculacciate.


3) Modi. Non è solo quello che dici, ma come lo dici. Impara a calibrare la voce. Troppo spesso sento proprietari sgridare il cucciolo con toni dolci. Il cane presta moltissima attenzione al tono con il quale ci rivolgiamo a lui. Sgridarlo con frasi del tipo "no, amore della mamma, questa cosa non si fa" è un messaggio incomprensibile per qualsiasi cane. Il "NO", secco, e con un tono di voce fermo e deciso, è uno dei primi comandi da insegnare al cucciolo, per evitare che si cacci nei guai.


4) Fa' i giochi giusti. Non lasciarti mordicchiare le mani. Il cucciolo scambierebbe questo tuo atteggiamento per sottomissione nei suoi confronti. Le leccatine vanno bene, mase senti i suoi denti sulla pelle, anche se per gioco, digli "NO" e smetti di interagire con lui per qualche minuto. Capirà che non deve usare i denti per interagire con te.


5) Renditi interessante. E' ovvio che il cane amerà stare con te se ti reputa interessante. Per questo dovrai giocare e interagire spesso con lui, e portarlo a spasso affinché non si annoi. L'importante è che sia tu a decidere quando inizia e quando finisce il gioco. Tra i vari giochi, simulare la lotta è sconsigliabile, specialmente per cuccioli con carattere forte.


6) Insegna comandi semplici. Insegnare al cane a stare seduto, ad esempio, è un buon modo per interagire con lui, rafforzare la nostra posizione di capobranco, migliorare le sue capacità cognitive e accrescere la relazione uomo-cane. Una volta imparato il "seduto", si potrà progredire con comandi più complessi ("a terra", "resta" eccetera). E' importante che tutto venga impostato con pazienza e in maniera giocosa. Il cane va premiato se esegue l'esercizio, ma se lo sbaglia o ignora iI comando, non va sgridato; meglio ricominciare da capo, con pazienza. Pian piano il cane sarà felicissimo di assecondarci. I comandi devono essere insegnati in "sessioni di studio" ripetute, ma che durino cinque minuti ciascuna; non ha senso cercare di far mettere seduto un cane per mezz'ora, sarebbe come insegnare una materia a un bambino spiegandogliela per quattro ore consecutive. Dopo cinque minuti, che il cane abbia imparato qualcosa o meno, sarà bene interrompere l'esercizio, e riprenderlo più tardi. Se si ha difficoltà, è bene rivolgersi ad una figura professionale, almeno per i rudimenti.


7) Non incoraggiarlo se abbaia perché è felice (ad esempio, quando ti vede arrivare, o quando capisce che state per uscire a fare una passeggiata). Se abbaia,
ignoralo e fermati; ricomincia ad interagire con lui solo quando ha smesso. Altrimenti imparerà che abbaiare a volontà è un atteggiamento che tu apprezzi moltissimo.


8) Sappiate stare soli. Il cucciolo deve imparare a lasciarti solo, altrimenti pretenderà di stare con te anche in occasioni nelle quali non lo vorresti lì. Molte volte vengo a sapere di cani che restano in camera da letto perfino nei momenti di intimità dei proprietari, o di cani che pretendono di stare col proprietario anche quando questi è in bagno. Quindi sarà bene che nel corso della giornata il cucciolo venga completamente ignorato per una mezz'oretta ogni tanto. Questo aiuterà anche a prevenire il frequentissimo disturbo dell'ansia da separazione (vedi link).

9) Socializzazione. Il cucciolo, per non sviluppare paure ingiustificate e diventare amichevole, deve incontrare uomini, donne, bambini e altri animali... ovviamente un po' per volta e senza esagerare! Questo si può fare gradualmente a partire già dalle 6-8 settimane di vita. I cuccioli si stancano presto, quindi gli incontri non devono durare troppo a lungo. Evita luoghi eccessivamente affollati, o di fargli incontrare cani troppo esuberanti che potrebbero spaventarlo. Deve inoltre essere gradualmente abituato al mondo esterno (servirà anche per insegnargli a fare pipì fuori), al rumore dell'aspirapolvere, al traffico, ai viaggi in macchina...

10) Abitualo al guinzaglio. Salvo che nelle aree comunali appositamente realizzate, i cani devono essere condotti al guinzaglio. E' importante abituarlo alla pettorina o al collare già dai primi mesi di vita. Presentagli il guinzaglio come una cosa piacevole, lascia che il cucciolo lo annusi e ci giochi un po' (senza che lo faccia a pezzi!), in modo da non temerlo. Quando le prime volte ti avvicini col guinzaglio, offri al cucciolo un bocconcino, o lodalo, o fagli una carezza. Insomma faglielo associare a qualcosa di positivo. Non chiedergli troppo: inizialmente lasciaglielo solo per pochi minuti, poi allunga i tempi.


Aggiungo inoltre un'altra parola, non un comandamento ma più che altro un incoraggiamento: porta pazienza. Non esistono cani stupidi, tutti quanti possono imparare i comandi di base e tutti possono essere ubbidienti. Ovviamente ci saranno personalità diverse da cucciolo a cucciolo, ma se gestiti bene, tutti i cani possono diventare, oltre che ben educati, anche ottimi amici.




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