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L'ANSIA DA SEPARAZIONE

State per tornare a casa dopo una giornata faticosa, e non vedete l'ora di riposarvi un po'. Ma mentre aprite la porta di casa pensate “cos'avrà combinato oggi?”. Eccolo là, il solito sfacelo: il divano a pezzi, o la pipì in casa, o il contenuto del cesto della biancheria sparso per casa... o magari ha abbaiato per ore, inferocendo il vicinato. Anche oggi è successo. E lo sa, di aver fatto danni... glielo leggete negli occhi, nel suo atteggiamento colpevole. La prima cosa che ci viene in mente è “me lo fa per dispetto”. Ma non è così: il dispetto non ha nulla a che vedere col comportamento canino.
Cerchiamo di capire perché il vostro adorabile cane, che per il resto è uno squisito giocherellone, al vostro ritorno vi fa trovare la casa come un campo di battaglia.

COS'E'?
L'ansia da separazione è una patologia comportamentale che può colpire cani di qualsiasi razza, età, e sesso. E' il secondo problema comportamentale più comune, colpendo un cane domestico ogni sette. Piccola curiosità: è un problema comportamentale ben conosciuto dai pediatri, perché anche i bambini possono esserne colpiti.

Il tipico cane con ansia da separazione mostra un alto grado di attaccamento al proprietario; lo segue per tutta la casa; se viene chiuso in un'altra stanza, raspa la porta o si lamenta; quando capisce che stiamo per uscire di casa diventa iperattivo; al vostro ritorno manifesta un entusiasmo eccessivo.
In certi casi questa sintomatologia compare quando a uscire di casa è soltanto la persona della famiglia che ha innescato il problema comportamentale, oppure quando è presa da altri impegni (dorme, è al computer, legge) e ignora il cane.

A volte può accadere che il cane distrugga oggetti o urini in casa per altre ragioni che non hanno nulla a che fare con l'ansia da separazione (dominanza, territorialità, malattie diverse...). Ad esempio diversi cani urinano in casa ma non per questo si parla di ansia da separazione. Per questo motivo è importante che a diagnosticare questo disturbo comportamentale sia un medico veterinario che si occupa di comportamento animale.

PERCHE' IL MIO CANE SI COMPORTA COSI'?
Spesso si sente dire “fa così perché ha avuto un passato terribile e ha paura di stare solo”. Ma non è esatto. I trascorsi difficili (infanzia traumatica, storie di abbandoni, distacco precoce dalla madre, bruschi cambiamenti di ambienti fra allevamento, negozio, famiglia) possono predisporre all'ansia da separazione, ma non ne sono la causa. La causa dell'ansia da separazione è un errato rapporto sociale fra cane e proprietario. Quindi sarete soltanto voi stessi a poter risolvere il problema, seguendo i consigli di un veterinario, che vi indicherà il modo di "aggiustare la mira".

Non bisogna dimenticare che la distruzione 
di oggetti, l'abbaio incessante, l'urinazione fuori posto e così via non sono il problema, ma solo una conseguenza del problema. Quindi non serve sgridare il cane per il comportamento distruttivo: sarebbe come voler mantenere un secchio pieno aggiungendovi sempre acqua anziché tappare il buco che c'è sotto. Fra l'altro, punizioni eccessive possono addirittura peggiorare il problema perché rendono il cane ancor più pauroso e insicuro. E allora cosa possiamo fare?
Ciò che innesca l'ansia da separazione è una errata socializzazione del cane con i membri della famiglia, quindi è su un corretto rapporto uomo-cane che bisogna lavorare, e non sul singolo sintomo.

LUOGO COMUNE: "ME LO FA PER DISPETTO"
Quante volte in ambulatorio ci sentiamo dire questa frase. “Sa di essersi comportato male, perché quando ritorno mi guarda con occhi colpevoli anche prima che io abbia visto il danno”. Ecco l'ennesimo errore di antropomorfizzazione che rischia di aggravare il problema. Il cane si è comportato in quel modo per ansia, frustrazione, panico, o noia, e NON per vendetta o per dispetto. Il comportamento colpevole da cane “colto in castagna” di solito è dovuto a un abuso di punizioni da parte del proprietario.

Infatti il tipico cane con ansia da separazione, appena vede il proprietario tornare a casa, gli fa le feste con un entusiasmo esagerato ed incontenibile. Se però avete tentato di gestire il problema dei danni sgridando il cane ogni volta che al vostro ritorno trovate i danni, è molto probabile che il cane manifesti il cosiddetto “processo di anticipazione”, assumendo posture di sottomissione (orecchie basse, gocce di urina, scodinzolio dimesso ecc.) che il proprietario interpreta come una ammissione di colpevolezza. In realtà il cane non è consapevole di aver fatto danni: sta semplicemente associando il vostro ritorno a casa con la punizione. Quindi se punite il cane aumenterete il suo stato ansioso aggravando il problema. 

In questo ambito è fondamentale ricordare che la punizione retroattiva, cioè quella data a distanza di tempo dal comportamento indesiderato, può solo peggiorare l'ansia da separazione, perché il cane, non capendo il motivo per il quale lo stiamo sgridando, diventa ancora più insicuro. Se puniamo il cane mostrandogli l'oggetto distrutto (o, ad esempio, strofinandogli il muso sulle feci o sull'urina), capirà certamente che lo state sgridando, ma non capirà perché.


COSA HO FATTO PER RENDERE ANSIOSO IL MIO CANE?
La causa principale è avergli dato troppe attenzioni. Spesso, quando arriva il nuovo amico a quattro zampe, ci viene naturale coccolarlo e rassicurarlo per farlo sentire a casa. Ma trattare in questo modo un cane, o peggio ancora alla stregua di un bambino, significa renderlo insicuro e eccessivamente dipendente da noi. E' giusto interagire col cane, giocare con lui, portarlo a spasso, e così via, ma è necessario che ci siano anche dei momenti nei quali bisogna lasciarsi in pace vicendevolmente. Alcuni cani vogliono restare perennemente in contatto col proprietario: lo seguono in ogni stanza come fossero la sua ombra, o almeno pretendono di restare in perenne contatto visivo con lui, e protestano se li si chiude in un'altra stanza, gli salgono accanto sul divano mentre guarda la tv, sul letto, in braccio... si chiama “sindrome del cane velcro”. Questi cani cercano perennemente l'attenzione o la rassicurazione del proprietario, e quasi sempre la ottengono, tramite coccole, parole dolci, magari bocconcini... un cane di questo stampo, e specialmente se ha avuto un passato difficile, non sarà mai autonomo; e quando il proprietario si allontana di casa, al cane viene a mancare questa veneratissima figura, e sfoga l'ansia per la mancanza del suo “idolo” distruggendo gli oggetti di casa o abbaiando incessantemente.




NON SOLO DANNI MATERIALI

Quando si ha un cane colpito da questa patologia, il problema non sono solo i danni materiali sulla casa o le inimicizie del vicinato, ma ci si sta privando del piacere di un'amicizia naturale e autentica. Infatti il cane con l'ansia da separazione coltiva, nei confronti del proprietario, una sudditanza psicologica che non ha nulla a che fare con l'amore. Il cane ama i membri della famiglia che si relazionano con lui in maniera naturale e stabiliscono un rapporto basato sulla fiducia e il rispetto.
Ammettiamolo: a relazionarsi con i cani, i cani sono spesso più bravi di noi. Cerchiamo quindi di imparare qualcosa da loro.

In natura i cuccioli di cane o di lupo non sanno nemmeno cosa sia l'ansia da separazione. Questo per due motivi: primo, il passaggio dalla tana al mondo esterno è un processo graduale che si compie nell'arco di alcune settimane, ed è quindi molto diverso dalla "brusca" adozione di un cane, che lascia il cane spaesato; e secondo, la madre dei cuccioli non li coccola per rassicurarli, come invece spesso facciamo noi.

I cuccioli sono esposti ad un processo di socializzazione innaturale: vengono spostati da un ambiente all'altro (strada, canile, altre famiglie, allevamenti...) senza alcuna gradualità, a volte sono stati costretti a vivere in obbligatorio contatto con altri cani (pensate ad esempio ai cuccioli nei negozi), o vengono strappati alla madre troppo presto... finché non si ritrovano adottati da voi, che siete per lui degli estranei, e da un giorno all'altro portati in una casa che non hanno mai visto.


Tutti questi cambiamenti disorientano il cane, ed è inevitabile che diventi dipendente dal proprietario per qualsiasi cosa: cibo, passeggiate, coccole... e il proprietario è ben felice di coccolarsi il cane, ancor più se cucciolo, di prenderlo in braccio, di accarezzarlo, di farlo sentire al sicuro, rafforzando ancor più questo legame innaturale. E poi ci stupiamo se il cane sviluppa problemi comportamentali!

UN'AGGRAVANTE: LA NOIA
Non fate annoiare il cane: la noia peggiora l'ansia da separazione. Dovete giocare attivamente col cane, portarlo a spasso almeno mezz'ora al giorno. Ma come dicevamo poc'anzi, non bisogna eccedere: il cane deve imparare anche a stare solo. Ci deve essere un momento nella giornata nel quale il cane deve lasciare in pace il proprietario, e viceversa. E' ovvio che un cane abituato a stare ventiquattr'ore accoccolato vicino a voi sul divano, o sotto ai vostri piedi, o perennemente in braccio, o sempre coperto di attenzioni, vada in crisi quando vede che state per andar via.
Per evitare che il cane si annoi quando non siete in casa, lasciategli dei giocattoli interattivi.

UN FATTORE DI RISCHIO: LA PAURA
Anche la paura predispone all'ansia da separazione. Se vediamo il nostro cane spaventato, ci viene naturale stargli vicino, tranquillizzarlo, accarezzarlo. Certo, lui si calmerà. Ma così stiamo inducendo il cane a cercare sempre la nostra rassicurazione e la nostra attenzione per ogni minimo evento (rumori improvvisi, temporali, noia...), e quando noi mancheremo, lui si sfogherà sulla casa. Più che rassicurare il cane spaventato, è meglio distrarlo giocando con lui.

TERAPIA
L'approccio a questo problema comportamentale è complesso, perché non si lavora solo sul cane ma su tutto l'ambiente familiare circostante; pertanto non è possibile risolverlo in poche righe, né liquidarlo con qualche consiglio.

Elenchiamo di seguito alcuni accorgimenti, in attesa degli approfondimenti che vi fornirà il veterinario:
-Non sgridare il cane per i danni quando tornando a casa
.
-Ignoratelo per almeno 20 minuti quando ritornate a casa e 20 minuti prima di uscirne (non dovrete nemmeno guardarlo!).
-Interagite con lui solo quando è calmo.
-Ignoratelo quando vi viene dietro per casa.
-Premiatelo quando è tranquillo.
-Fategli compiere almeno mezz'ora di passeggiata al giorno.
-Non fatelo dormire sul letto; mettetelo a terra, sempre più lontano dal letto, fino a farlo riposare in un'altra stanza.
-Insegnare il comando “stai!” e aumentare progressivamente la distanza.
-Usare “rituali di uscita” fasulli per desensibilizzarlo (prendere le chiavi, inserire l'allarme, prendere la borsa, ecc., in diversi momenti della giornata, senza poi uscire di casa).
-Uscire di casa per pochi secondi e allungare gradualmente il tempo e la distanza, cercando di rientrare prima che lui inizi a lamentarsi. Ignoratelo completamente quando rientrate.

In alcuni casi, e solo sotto il controllo di un medico veterinario, è necessario ricorrere ad integratori naturali o farmaci, che costituiscono solo un supporto terapeutico, pertanto vanno sempre associati alla terapia comportamentale.

Generalmente l'approccio comportamentale che vi fornirà il vostro veterinario, se rispettato rigorosamente, risolve il problema nell'arco di 2-3 settimane. La principale causa di insuccesso della terapia è la scarsa costanza del proprietario, che si scoraggia dopo la prima settimana di sforzi. Non scoraggiatevi! Molti cani mostrano un fisiologico lieve peggioramento proprio nella prima settimana. Insistete!
Non pensate di essere crudeli, se vi viene chiesto di applicare le tecniche per risolvere l'ansia da separazione. Tenete presente che state facendo tutto il possibile per farlo sentire meglio.

Infine, ricordate sempre che il cane con ansia da separazione E' UN CANE SOFFERENTE. Dovrete risolvere il problema non solo per la vostra casa, per i vostri nervi e per i vostri vicini: ma soprattutto per lui stesso.








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